Sempre più spesso sentiamo parlare – e il dibattito è talvolta piuttosto aspro – di linguaggio inclusivo, o comunicazione inclusiva, e dell’importanza del suo utilizzo in qualsiasi contesto, compreso quello lavorativo.
Ma cosa si intende esattamente con linguaggio inclusivo, perché è necessario affrontare l’argomento e per quale motivo è importante utilizzare una comunicazione inclusiva anche in un contesto aziendale?
Il termine “inclusivo”, derivato dal latino medievale inclusivus, è un aggettivo che qualifica ciò “che include, comprende in sé qualche cosa” (definizione del vocabolario Treccani).
In riferimento agli aspetti comunicativi, tale aggettivo fa sostanzialmente riferimento a una comunicazione attenta e rispettosa delle varie diversità; in altri termini, più specificamente, un linguaggio inclusivo è un linguaggio rispettoso, privo di stereotipi e di termini, locuzioni, espressioni o frasi che palesano, più o meno velatamente, una qualsiasi discriminazione, sia essa relativa al genere, all’identità di genere, all’orientamento sessuale, alla religione, all’etnia, all’età e comunque a qualsiasi caratteristica che potrebbe portare all’esclusione di qualcuno.
Quali sono le strategie che si stanno adottando per un linguaggio più inclusivo?
Le parole che si utilizzano quotidianamente hanno una grande importanza; sono infatti la modalità principale con la quale ci si rapporta con il mondo e con le persone; esse riflettono molti valori che sono condivisi, ma allo stesso tempo anche diversi stereotipi che ormai sono del tutto superati.
La lingua si è sempre evoluta nel corso dei secoli e lo stesso può dirsi della società che oggi è allargata, senza confini. È quindi fondamentale adottare un linguaggio inclusivo, ovvero un linguaggio che abbia come obiettivi principali quelli della non esclusione e della non categorizzazione delle persone in base a determinate caratteristiche. Vi sono, infatti, alcuni termini nella nostra lingua, ritenuti sostanzialmente neutri, che in realtà potrebbero nascondere un meccanismo discriminatorio.
Un primo passo in questo senso, ad esempio, anche se non ancora sufficiente, può essere rappresentato dall’adozione di termini nella forma al femminile di alcune professioni che in passato erano di fatto svolte soltanto dagli uomini; si pensi per esempio a parole quali sindaca, ingegnera, architetta ecc.
È bene comunque precisare che la comunicazione inclusiva non può limitarsi soltanto al genere o all’identità di genere, ma deve tenere conto anche di altre caratteristiche come per esempio la presenza di disabilità, l’etnia ecc. Occorre quindi un linguaggio sempre più consapevole e attento.
La comunicazione inclusiva in azienda
Passare a un linguaggio inclusivo può apportare molti benefici in un’azienda, come quello di favorire un ambiente sicuramente più positivo, sereno, collaborativo che porti a un maggiore senso di appartenenza contribuendo così al benessere dei dipendenti e a una maggiore soddisfazione sul lavoro.
Del resto, va da sé che in un ambiente aziendale inclusivo sia estremamente più facile che le persone collaborino con maggiore efficienza e creatività senza alcun timore e senza sentirsi a disagio.
Un’azienda inclusiva può attrarre i migliori talenti, aumentare la propria reputazione, attrarre sempre più clienti e mantenere i propri dipendenti.
Il percorso da compiere però non è scevro da difficoltà, alcune legate al fatto che l’italiano non contempla per esempio il genere neutro (diversamente dall’inglese) e possono sicuramente esserci incertezze su quali termini, locuzioni o espressioni possano essere considerati inclusivi e quali invece no.
Un’altra sfida da vincere è sicuramente il fatto che non è facile vincere abitudini di linguaggio ormai consolidate fin dalla nascita; può pertanto esserci una certa resistenza al cambiamento.
È quindi fondamentale che l’azienda promuova la formazione dei dipendenti sull’impatto che il linguaggio e i pregiudizi, anche inconsapevoli, hanno sulle persone.
È poi importante promuovere campagne di sensibilizzazione sul tema, valorizzare le diversità nei contenuti comunicativi aziendali, usare sempre un linguaggio attento e rispettoso delle diversità e monitorare le comunicazioni interne ed esterne allo scopo di individuare eventuali criticità.
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